SUL RUOLO DI VITTIMA E CARNEFICE
L'individuo ha bisogno, accanto ad un oggetto buono da sentire come nutriente, amabile ed accogliente, anche di un oggetto cattivo, da avvertire come frustrante, minaccioso e lesivo. In altre parole, ha bisogno di rendere l'altro l'oggetto della propria carica aggressiva, che, misconosciuta dentro di sé, può prendere corpo nell'incontro con l'altro. Infatti, se c'è un cattivo, se c'è un carnefice, l'individuo può raggiungere il godimento che la posizione di vittima garantisce. Essere vittima sazia, deresponsabilizza, blocca il cambiamento, assicura la vicinanza dell'altro, fornisce la permanenza assoluta dello status quo, interno ed esterno.Alla luce di questo, mi chiedo: quanti i carnefici che sono vittime delle stesse vittime, e quante le vittime che sono carnefici dei loro stessi carnefici?