LA SESSUALITÀ AL SERVIZIO DELL'ANGOSCIA
La sessualità non sempre è al servizio del piacere; in alcuni casi, è al servizio dell'angoscia. Pensiamo, ad esempio, alla sessualità compulsiva, in cui il sesso ha la stessa funzione che per il bambino ha la suzione del pollice: calma, seda, abbassa i livelli di angoscia. Ciò non ha nulla a che vedere con l'accesso ad una genitalità matura, ma è l'espressione di un'oralità primitiva, che si traduce nella ricerca di un oggetto consolatorio, al fine di trovare una qualche forma di coesione del Sé, che esita in una sessualità cortocircuitata, monopersonale e mortifera. Non solo c'è un rifugio nell'azione e un'avversione per il sentire, ma c'è anche un tentativo di salvare la propria mente usando il sostegno del corpo, che viene eretto a strumento di regolazione della mente stessa, incapace com'è di autoregolarsi.
Dipinto: Egon Schiele, Love Making, 1915